Il lockdown vissuto negli ultimi mesi aveva portato la natura a riprendersi i suoi spazi: erano bastate poche settimane di fermo delle attività umane per poter accorgersi del reale impatto del Coronavirus sull’ambiente. Le osservazioni satellitari della NASA e dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) avevano mostrato una riduzione notevole dell’inquinamento atmosferico in decine di città, in primis in Cina e nel Nord Italia.
Oltre al calo significativo dello smog nel nostro Paese, erano rimbalzate sui social incredibili immagini, come il caso dei canali di Venezia, dove le acque apparivano talmente limpide da riuscire a scorgere i pesci nel fondale. Oppure la presenza dei delfini nei porti di Cagliari e Trieste i quali, rassicurati dall’assenza di barche in movimento, si avvicinavano alla banchina per giocare. Si parlava anche del ritorno di animali selvatici nei centri abitati, come la famiglia di cinghiali in giro per le vie di Sassari o ancora chi aveva segnalato la presenza di fenicotteri, cigni, volpi e cicogne nelle nostre città.

Immagine1. Delfini nel porto di Cagliari
E adesso, tornati alla nostra vita quotidiana, a che punto siamo? Il senso di responsabilità verso il nostro pianeta sembra essere scomparso. Il Coronavirus avrebbe dovuto portarci ad una riflessione profonda sulle nostre azioni, promuovendo uno stile di vita più consapevole, ma non è andata così. Sono sempre più frequenti le mascherine e guanti buttati a terra ovunque, le quali raggiungono fiumi e mari trasformandosi in cibo per la fauna marina. O ancora, plastica monouso lasciata nelle nostre spiagge, mozziconi di sigarette e altre tonnellate di rifiuti indifferenziati che non fanno bene all’ambiente. Quali conseguenze avranno queste azioni sul nostro pianeta? Non pensiamo solo all’estinzione delle creature marine e alla rovina delle nostre spiagge. L’inquinamento di acqua, terra e aria ha ricadute sulla nostra stessa salute, rappresentando un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie e cardiovascolari.

Immagine2. Foto di Brian Yurasits
Scienziati e ricercatori da tutto il mondo avvertono il bisogno di cambiamenti profondi sul mondo interconnesso, poiché il rilancio delle attività ha fatto tornare tutto come prima. Il fisico del clima Luca Fiorani ha evidenziato che stiamo producendo inquinamento più di quanto il pianeta ne possa assorbire, pertanto è necessario cambiare modello di sviluppo per un nuovo paradigma di società.
Durante la quarantena la natura ci aveva ringraziato, chiedendoci di fermarci per un istante e progettare il domani, anche in termini di responsabilità ambientale. Oggi, che possiamo tornare a godere delle meraviglie del nostro pianeta, noi come decidiamo di ringraziare la nostra amata Terra?